La sensibilità ecologica sta diventando uno dei tratti distintivi della nostra civiltà e anche nel mondo del vino è sempre più alta l’attenzione per il rispetto dell’ambiente. Ecco quindi nascere il progetto green di Fontanafredda, un marchio storico dell’enologia italiana, visto che la fondazione dell’azienda risale al primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II. Oggi conta 120 ettari a Serralunga d’Alba, nel cuore della terra del Barolo, tutti certificati biologici. Ma quella che Andrea Farinetti definisce la “mission” dell’azienda delle Langhe non finisce qui: l’obiettivo è la realizzazione di un vero e proprio vino verde. Basato su otto elementi: uva, acqua, energia, vetro, tappi, etichette, cartoni e mobilità. Che concretamente significano: utilizzo di fitodepuratori, abbattimento fino al 30% del consumo energetico, 85% di vetro riciclato, tappi in sughero ottenuti nel pieno rispetto della biodiversità oppure di origine vegetale sostenibili e riciclabili, così come riciclabili sono le carte impiegate per le etichette e i cartoni da imballaggio. E poi tanti piccoli-grandi particolari a cui spesso non si pensa: i muletti che percorrono la cantina sono elettrici e da questo 2021 sarà introdotto un trattore cingolato da vigneto alimentato a biometano. Per la prima vendemmia del Barolo Cru La Rosa a emissioni zero.
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